giovedì 10 novembre 2016

Clinton, Trump e cosa non vogliamo imparare dalla lezione americana

Premessa per chi capitasse qui per puro caso: questo post è una risposta per altra gente in altri luoghi. Adesso lo sapete.

Dunque, piccolo riassunto del discorso di ieri lasciato a mezzo. Le domande che tutti si fanno su internet sono: "perché gli americani hanno votato Trump?" "sono così stupidi?" "non hanno visto che è razzista/omofobo/sessista/antiambientalista e un sacco di altri "ista" molto molto cattivi?" "allora la democrazia fa schifo?"
Iniziando dalla seconda e terza domanda, le risposte sono: "no" e "sì".
Intanto la stupidità. Parlare di stupidità per i comportamenti generali di una popolazione è già di per sé molto stupido. Non esiste antropologicamente un popolo che sia più stupido di un altro per motivi genetici. Già il buon Cipolla diceva con ragione che la stupidità è una variabile indipendente da ogni condizione sociale, economica e personale. Esistono popoli mediamente più o meno istruiti ma in genere tutte le decisioni che riguardano l'andare a mettere una scheda nell'urna per questo o quel partito non richiedono una disamina del pensiero kantiano.
Se proprio volete metterla sul tema della stupidità, possiamo dire che il popolo americano nel suo complesso è stupido, all'incirca quanto qualsiasi altra grande massa di persone che si ritrova a svolgere un comportamento sociale programmato.
Se mi passate la digressione, riutilizzerei una similitudine di cui non mi ricordo l'autore, letta o sentita da qualche parte e in qualche tempo (su questo blog siamo accurati), ovvero che "l'uomo è l'esatto opposto degli insetti: intelligente singolarmente, stupido in massa". Per stupido si intende in questo caso facilmente guidabile da forze esterne al pensiero puramente razionale. Chiamiamole forze storiche o sociologiche, se volete. Questo però non significa stupidità singola. Gli americani non sono diventati una massa di deficienti solo perché hanno votato Trump, un po' come gli italiani non hanno perso nulla del loro incredibile genio artistico, storico e ingegneristico per aver votato Berlusconi, semplicemente hanno risposto in massa a precise sollecitazioni sociali che li hanno portati nel vedere in Trump la migliore destinazione possibile del loro voto.

E qui arriviamo alla prima domanda: "perché quindi lo hanno votato?". La risposta è "prospettiva". La prima regola base della politica, che sembra tutti si siano dimenticati nella fretta di esaltare la morte delle ideologie e il mondo postofuturista in cui tutti i politici sono uguali e tutti devono solo fare l'amministratore di condominio stando attenti che non sporchiate i marciapiedi, è che gli enti di organizzazione della volontà popolare (i partiti) devono innanzitutto fornire un senso di marcia alla storia. I partiti, nel senso nobile del termine, non sono delle fandom di questo o quel candidato. Non si riuniscono per esaltare le qualità del leader di turno, il loro compito è appunto quello di organizzare e indirizzare l'opinione pubblica di un preciso spaccato sociale in modo che possano prendere decisioni comuni.
Se avete capito tutto questo, potete tranquillamente guardare alla campagna elettorale americana e trarre una conclusione: Trump aveva una prospettiva, la Clinton no.
Ma le uscite razziste, antiambientaliste, sessiste, contro i veterani, non pagava le tasse, le figuracce, i gomiti sul tavolo e quel taglio di capelli???
Erano tutti buoni motivi per non votare Trump. E infatti tanti, anche all'interno del suo partito, non hanno votato Trump. Sono sicuramente ottimi motivi per cui i media hanno tutti detto di non votare Trump, compresa Fox News. E forse, in un altro periodo della storia americana, sarebbero stati motivi sufficienti a non farlo vincere ma rimaniamo sempre al solito punto: "motivi sufficienti a non farlo vincere, non a far vincere la Clinton". La verità è che la Clinton poteva solo "non perdere".

Quindi prima lezione che dobbiamo imparare da queste elezioni:
la storia che si vince al centro, col voto moderato, vale solo quando tutta la popolazione sta abbastanza bene
Solo quando tutto il popolo ha molto da perdere, additare l'alternativa come l'uomo nero può servire a farsi votare. Ma la politica del "votare il meno peggio" perde di significato quando grossissime fette della popolazione stanno male e, ancora peggio, perdono ogni speranza di miglioramento.

Perché questo è avvenuto in questa campagna elettorale. Trump girava il paese promettendo la soluzione dei problemi degli Americani. Dal muro spaziale di ottomila chilometri contro il Messico, ai dazi doganali per proteggere il mercato interno, ai provvedimenti draconiani contro le aziende che delocalizzano togliendo il lavoro agli americani ecc. ecc. ecc. mentre la Clinton lo additava per non aver fatto il servizio militare.
Che per gli americani è una cosa importantissima eh, ma non quando la tua azienda sta per chiudere per trasferire la produzione in Cina.


Seconda lezione:
Quando larghe fette di popolazione stanno male, vince il candidato con il programma radicale più credibile
Il problema della Clinton è che non aveva un programma radicale in nessun punto. Radicale, lo dico per gli italiani che se sentono una roba anche lievemente imparentata con la sinistra si spaventano e gridano alla rivoluzione russa, non significa domattina sfasciamo vetrine bruciamo macchine Robin Hood ecc., significa semplicemente "provvedimenti chiari e netti, anche sovversivi rispetto a convenzioni consolidate".
Per dire, l'introduzione dell'Obamacare come forma di assicurazione sanitaria per tutti, è stata una decisione molto radicale per gli USA, tanto da far tacciare di "socialismo" probabilmente uno dei migliori presidenti americani della storia... in Europa occidentale sarebbe considerata una riforma di destra tremendamente reazionaria che svende la sanità alle compagnie private. Non avrebbe possibilità di passare nemmeno con il più destrorso dei governi. Quindi capite come "radicale" non significa "comunismo&rivoluzione" solo risposte decise e sovversive rispetto allo status quo.
La Clinton, dicevo, non aveva nessun progetto di tipo radicale, solo una stanca amministrazione (magari ben fatta eh) dell'esistente e il risultato è stato questo:


Trump ha perso qualche elettore repubblicano moderato? Sì, forse. Probabile. In compenso ha guadagnato milioni di voti nella working class e middle class colpite dalla crisi economica, tanto che i risultati non riportano cambiamenti sostanziali nella base dei votanti repubblicani. Invece i giovani, universitari e non, e le minoranze etniche non sono andati a votare per la Clinton. End of story. Erano stati loro a far vincere Obama e il suo programma radicale. Erano stati loro a rimanere delusi dalla mancata nomina di Sanders. Sono stati loro a far perdere la Clinton.

Terza lezione che vale per tutti:
No, non hanno sbagliato loro a non votare Clinton, siete stati voi a sbagliare non votando Sanders.
Vale per tutti perché è scontato, nel dibattito pubblico italiano, votare sempre per il meno peggio trascurando ogni possibilità che le cose vadano meglio. Scegliamo sempre il candidato più moderato, il più condiviso. Ovviamente condiviso con la parte che in teoria ci sta più sul culo e con valori che dovremmo combattere. Ok, la lezione americana è questa: non funziona.
Aspe, forse dovrei scriverlo più grosso:

NON FUNZIONA 

La verità è che c'è tanta gente che sta già male, quindi non vede nessun motivo per andare a votare un candidato che già gli fa schifo per accontentare una parte di elettori che sta al centro che con loro non ha niente a che fare, Qualcuno chiedeva se i personaggi pubblici, attori famosi ecc. spostassero voti facendo dichiarazioni in favore della Clinton. La risposta è: sì. Li spostavano in favore di Trump invogliando la gente a stare a casa.
Perché quando sei un universitario con 60.000 dollari di debito con le banche, che si è visto bocciare il proprio candidato perché "troppo di sinistra" in un paese in cui "aiutare le vecchiette ad attraversare la strada" è "troppo di sinistra", sentire dei milionari che ti mettono in guardia sul crudele destino del tuo paese se dovesse vincere un altro milionario ti porta ad una sola conclusione: GTFO.
E sono quelli che sono mancati, i giovani, i poveri e i disperati.
Trump vendeva posti di lavoro, la Clinton diceva "Trump ce l'ha con voi". Sì ok, ma la domanda è: "TU INVECE COSA VUOI FARE PER NOI?"
Ed era talmente chiaro che la Clinton non volesse fare niente per loro, perché troppo legata all'establishment finanziario, che hanno preferito starsene a casa.
E per quanto tutti prendiamo in giro i complottisti che parlano di Bilderberg, 1%, J.P.Morgan ecc. ecc., vorrei che vi fosse chiaro che non è che poi abbiano tutti i torti ad avercela con loro.
Nel senso: il fatto di essere paranoici, non esclude alla base il fatto che ci sia qualcuno che ce l'abbia con voi.
La verità è che viviamo effettivamente in un mondo in cui le ricchezze continuano a concentrarsi in sempre minori mani, la redistribuzione del reddito viene sempre più limitata, i diritti del lavoratori considerati come residui di ideologie ottocentesche da cui liberarsi... tutto questo da parte della sinistra. Anche in Italia. Soprattutto in Italia. Intanto la destra si da alle politiche sociali.

Quarta e ultima lezione:
Smettete di fare le fighette mestruate ogni singola volta che il popolo vota
Chiudersi piangendo nella propria cameretta, mangiando gelato e cioccolato, guardando Pretty Woman e ascoltando in loop la Pausini pensando a quanto sia stupido il popolo che vota Trump, che voi siete gli unici a vedere i pericoli per il futuro, che mangiarsi la merda sia un'ottima prospettiva perché meno peggio che restare digiuni e che la democrazia debba essere limitata perché non è giusto che il voto di me medesimo, sua maestà, valga come quello degli stupidi quindi mettiamo un test a crocette alle urne, è un comportamento giustissimo: per una quattordicenne lasciata dal fidanzato.
Non è che il popolo non vi capisce. Il popolo si è semplicemente rotto il cazzo. Ed è possibilissimo che tocchi a voi, per una volta, cambiare un po' le vostre prospettive di cosa si possa o non si possa fare. Forse è l'ora di fare qualcosa di radicale, da sinistra. E sarebbe meglio farlo PRIMA che ci pensino gli altri.

Lavoro e welfare. La partita si gioca su questo. I 5 Stelle sono il primo partito d'Italia (settimane sì e settimane no, ma le settimane sì diventano sempre di più) con un programma elettorale inconsistente e con quella promessa vaga di reddito minimo. Lasciate che trovino una proposta anche solo lontanamente credibile per dare lavoro alla gente (e prima o poi da quel trust di cervelli qualcosa verrà fuori) e vi assicuro che non basteranno tutte le leggi elettorali confezionate ad hoc per bloccarli. Non basteranno gli imbonitori fiorentini che danno mance elettorali a destra e a manca. Le mance non sono una prospettiva e anche un popolo abituato a farsi comprare il voto, a volte si rompe le palle. Anche perché ci sono sempre i rompicoglioni che a prescindere non li puoi comprare.

La direzione è quella e chissà, magari è un bene. Forse ci diamo una svegliata prima eh. O forse, quando ci ritroveremo Di Maio premier con il 54% della Camera per cinque anni, torneremo a piangere in camera ascoltando la Pausini e ci sentiremo comunque bene perché noi siamo quelli intelligenti.

Perché noi lo siamo, vero?

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